2d4 | Ruvo di Puglia

Ruvo di Puglia

Ruvo di Puglia | Italia

Concorso di progettazione.

Gruppo di progettazione: 2d4 (Laura Falcone + Bruna Vendemmia), Benedetta Mea

Anno: 2016

Sul progetto:
L’oggetto del concorso è la rigenerazione urbana di un quartiere periferico di Ruvo di Puglia, attraverso la riqualificazione di un antico edificio situato sul suo margine: il Convento dei Cappuccini. Dal sopralluogo effettuato, l’edificio appare poco visibile, introverso e impenetrabile alle dinamiche urbane. Queste premesse ci hanno portato a riflettere non esclusivamente sull’oggetto da trasformare, ma anche sul processo di trasformazione, e a proporre un progetto adattivo e partecipato. Adattivo perché la cronica difficoltà di reperimento di fondi da parte delle Amministrazioni rende necessario orientarsi verso progetti realizzabili con mezzi limitati, e adattabili al rapido mutare degli scenari economici e sociali. Partecipato perché, in generale, il coinvolgimento dei cittadini nella progettazione riduce il rischio di rigetto da parte della popolazione verso le trasformazioni urbane; in particolare, Ruvo ha una cittadinanza molto attiva e organizzata in forma associativa. Abbiamo quindi elaborato una proposta che si avvale di queste energie, convogliandole in un progetto/processo di urbanistica collaborativa. La nostra idea è di dare vita a un laboratorio di progettazione partecipata (Cappuccini LAB) per decidere la destinazione d’uso e le modalità di gestione dell’edifico. Esso sarà aperto ad associazioni, cittadini, Comune di Ruvo e autori del progetto, con il ruolo di facilitatori. All’interno, il convento, pur versando in un grave stato di abbandono, non sembra presentare gravi problemi strutturali, e perciò potrebbe essere rimesso rapidamente in funzione senza essereinteramente restaurato. Proponiamo quindi di realizzare soltanto degli interventi minimi di pulizia, consolidamento e dotazione impiantistica, e di inserire nell’edificio una sorta di doppia pelle. Quest’ultima è costituita da una griglia metallica che riveste le pareti, creando un’intercapedine nella quale corrono le tubazioni elettriche, e funge da supporto per luci, pannelli espositivi, lavagne ecc. Al piede della griglia è previsto un pavimento sopraelevato in legno; il riscaldamento è ad aria, distribuita mediante tubi spiroidali sospesi al soffitto. Non è perciò necessario realizzare le tracce degli impianti nella struttura originaria, che resta immodificata. Una volta terminata questa fase, l’edificio sarà uno spazio neutro, sicuro e flessibile; il piano terra potrà essere aperto al pubblico ed ospitare il Cappuccini LAB.